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domenica 17 maggio 2009

L' Autostima (Prima parte)

Dopo aver parlato dei bisogni parliamo dell'autostima che è uno degli obiettivi da perseguire(gli altri li scopriremo la prossima volta) per migliorare la crescita della propria personalità.
L'autostima è la valutazione che diamo di noi stessi come insieme di determinate caratteristiche, nonchè il giudizio risultante da questa valutazione, che viene fatta sulla base di criteri ottenuti dal confronto delle proprie caratteristiche con quelle di altri soggetti.
In pratica corrisponde alla misura con la quale una persona si accetta e si approva.
In parole povere è lo sviluppo della consapevolezza personale o della fiducia in se stessi.
Spesso è in condizioni critiche in soggetti che hanno vissuto traumi o scarse o distorte attenzioni affettive.
La formazione dell'autostima è un processo lungo e complesso, ha origine nei primi anni di vita e prosegue nell'eta adulta.
Il concetto che abbiamo di noi può subire continue variazioni, in genere, andando avanti con gli anni, si diventa meno esigenti con sè stessi, meno dipendenti dal giudizio degli altri e più bravi a valutare le proprie abilità con maggiore oggettività.
Infatti, la cosapevolezza che abbiamo di noi stessi è spesso (a volte purtroppo) influenzata dal rimando che riceviamo dall'ambiente, a partire dalla famiglia, dagli amici, dai colleghi.
Esperienze di vita positive possono assai modificare il nostro modo di valutarci e migliorare la nostra qualità di vita: già, perchè dall'autostima dipende anche il tono dell'umore, la sensazione di essere appagati...
Gli interventi psicoterapeutici rivolti all'autostima sono frequenti, il terapeuta puà infatti aiutare il paziente a vedersi con occhi più realistici e meno esigenti, oppure insegnarli abilità di cui è carente.
Nei primi anni di vita non si ha una visione personale delle cose e si dipende per tutto dai genitori, in particolare dalla mamma.
Sarà perciò la mamma a suggerire al bambino se è stato buono, se è stato obbediente e se lei è soddisfatta di lui.
La mancanza di una propria soggettività fa si che l'autostima sia inizialmente un "sè allo specchio", ovvero il bambino si giudica con gli occhi di chi si occupa di lui.
Anche la capacità di autocontrollo sono scarse e fino ai 4 anni devono essere gli adulti a suggerire al bambino come ci si deve comportare.
Attorno ai 5 anni l'autocontrollo diventa interno, cioè si acquisisce la capacità di autocomando cioè quale deve essere il comportamento corretto nelle situazioni.
il bambino è un essere pratico, concentrato su cose tangibili perciò la sua autostima è soprattutto legata all'aspetto fisico, alla sfera emotiva (felice o infelice) e più in là , sulle proprie abilità e sulle prestazioni.
Verso i 10 anni si comprende che gli altri sono persone distinte, con le proprie esigenze, i propri pensieri e preferenze.
Diventa importante relazionarsi in modo adeguato anche per il proprio tornaconto, per ottenere daglia ltri ciò che si desidera.
Le abilità sociali sono salienti nell'adolescenza, quando la persona dà risalto alle relazioni esterne alla famiglia: avere successo con il gruppo dei suoi pari rafforzerà l'autostima mentre le persone timide ed introverse anche se brillanti, possono avere i primi segnali negativi, sentimenti di inadeguatezza ed esclusione.
Ci viola ancora tempo (18 anni) per dare maggiore rilevanza ai valori morali, allos taccarsi dal gruppo e far valere la propria individualità.
La capacità di vivere rispettando ciò in cui si crede origina un soddisfacente concetto di sè.
Ci si perfeziona e si impara a disciminare lievi sfumature, a riconoscere di essere eccellenti in certi ambiti e scarso in altri: sono i bambini a ragionare in modo dicotomico cioè : o si o no, o sono bravo o sono cattivo.
Gli stimoli esterni presi in considerazione dagli adolescenti per la loro autovalutazione sono :

RELAZIONI SOCIALI
COMPETENZA E CONTROLLO DELL'AMBIENTE
SUCCESSO SCOLASTICO
FAMIGLIA
EMOZIONI

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